SABATO 20 LUGLIO
TEATRO ROSSINI

IO, DON CHISCIOTTE

coreografia, regia e scene Fabrizio Monteverde
musiche Ludwig Minkus e AA.VV.
costumi Santi Rinciari
assistente alla coreografia Anna Manes, Sarah Taylor
light designer Emanuele De Maria
produzione Balletto di Roma
direzione artistica Francesca Magnini
direttore generale Luciano Carratoni
con il contributo di Regione Lazio

prima assoluta]

Balletto di Roma si prepara ad accogliere il grande e auspicato ritorno del coreografo più applaudito d’Italia. Fabrizio Monteverde si riaffaccia sulla scena dopo l’ultimo lavoro realizzato per la storica compagnia romana nel 2014, Il Lago dei Cigni ovvero il Canto, ispirato a uno dei più importanti balletti del repertorio classico su musica di P. I. Čajkovskij.

Esponente di una generazione di talenti esplosa negli anni Novanta, Monteverde svolge, da ormai oltre trent’anni, un lavoro di elaborazione stilistica e drammaturgica che ne rende il segno unico e riconoscibile. Dopo capolavori come Giulietta e Romeo, in scena per oltre 400 recite e il cui debutto del 1988 determinò l’ascesa stessa del coreografo romano, dopo molti altri successi prodotti dal Balletto di Roma come Otello (la cui ripresa è prevista per il 25 gennaio 2019 con debutto al Teatro Carcano di Milano e a chiusura del tour a maggio 2019 al Teatro Quirino), Bolero, Cenerentola, Il Lago dei Cigni ovvero il Canto, ora è la volta di Don Chisciotte. Per la stagione 2019/2020 e per dare inizio ai festeggiamenti dei 60 anni del Balletto di Roma (1960 – 2020), su invito del direttore artistico Francesca Magnini e del direttore generale Luciano Carratoni, Monteverde torna quindi in pista per rileggere in chiave coreografica un’altra pagina della letteratura mondiale: il capolavoro del Siglo de oro.

In questa versione del romanzo spagnolo di Cervantes il protagonista non smette di incarnare la doppiezza, la “con-fusione” degli opposti. Al centro della scena, senza un significato presunto univoco, ci sono i rottami di una macchina abbandonata, cavallo da corsa dei nostri giorni, simbolo di un mondo in trasformazione continua. Sempre in bilico tra intenzioni logiche, razionali, ben espresse e azioni assurde, temerarie, Don Chisciotte, con il suo sguardo strabico sulla realtà, conquista la gloria attraverso avventure sconnesse e poco calcolate, imponendo la propria illusione sulla realtà con eroico sprezzo del ridicolo: elemento disturbante e artefice del caos, in fondo ci dimostra che ogni cosa, ogni persona è sempre altro da quello che dice di essere. L’errore è verità e la verità è errore in una società che, soprattutto per un Don Chisciotte poeta, folle, mendicante come quello immaginato da Monteverde, è alla rovescia. Il mondo, del resto – così come la scena – è sempre diverso in base al punto di vista da cui lo guardiamo e la verità si manifesta solo nella libertà di muoversi al suo interno, una libertà incondizionata che testimonia l’inseguimento di un sogno, la ricerca del proprio io bambino, il desiderio infinito di amare.

Fabrizio Monteverde dopo Il Lago dei Cigni ovvero il Canto del 2014 dichiarò che questo sarebbe stato il suo ultimo lavoro coreografico e che poi si sarebbe ritirato dalla scena per vivere a Cuba, luogo in cui trovare una nuova dimensione umana e artistica ispiratrice. Così è stato, ma questo Don Chisciotte bizzarro, pazzo cavaliere animato dall’idea di combattere per una giusta causa, lo ha felicemente riportato a far danzare quei valori umani e artistici rappresentati da un protagonista che grottescamente contrasta i privilegi, spesso sordi e ben ovattati, imperscrutabili. Io, Don Chisciotte, rappresenta la rivincita del senso “individuale” contro il dominio dell’astratta “universalità” delle leggi umane: una lotta contro i mulini a vento che diventa metafora della ricerca di un’identità, di quella persa dell’uomo fuori dal tempo, guerriero che combatte una guerra già finita e che si è smarrito nella pazzia dell’hidalgo o nell’ignoranza di Sancho Panza. Quel che la danza testimonia come imprescindibile è che l’azione dell’uomo non trova mai “un fine” e neppure “una fine” in senso assoluto, perché in fondo il bello – dice Don Chisciotte – “sta a impazzire senza motivo!”.

INIZIO SPETTACOLO: ore 21.30

BIGLIETTO
I settore 20 euro | ridotto* 15 euro
II settore 15 euro | ridotto* 10 euro
III settore 10 euro | ridotto* 8 euro

LO SPETTACOLO RIENTRA NELLA PROPOSTA DI ABBONAMENTO: 
#CARNET5 in vendita dal 12 giugno
Ball, Voyager, Suite Escape, Io Don Chisciotte, Metamorphosis + diritto di prelazione sugli spettacoli fuori abbonamento [al costo ridotto di settore]
da esprimere contestualmente all’acquisto del carnet
I settore Teatro Rossini + posto unico numerato Teatro Annibal Caro e Teatro Cecchetti             45 euro
II settore Teatro Rossini + posto unico numerato Teatro Annibal Caro e Teatro Cecchetti           35 euro
III settore Teatro Rossini + posto unico numerato Teatro Annibal Caro e Teatro Cecchetti          30 euro

INFO E PREVENDITE SINGOLO BIGLIETTO
VENDITA BIGLIETTI dal 22 giugno
Teatro Rossini 0733812936 tutti i giorni [dom esclusa, tranne se giorno di spettacolo] 18.30 – 20.30; nei giorni di spettacolo presso i teatri di riferimento da un’ora prima dell’inizio; on line su www.vivaticket.it
Teatro Annibal Caro 0733 892101 [solo il giorno di spettacolo]
AMAT 071 2072439 e biglietterie del circuito www.vivaticket.it
Call Center 071 2133600

www.amatmarche.net | www.teatridicivitanova.com | www.civitanovadanza.com