MERCOLEDÌ 4 AGOSTO ORE 21.30

produzione MM Contemporary Dance Company

coproduzione Duo D’Eden: Fondazione I Teatri

con il sostegno di Centro Servizi Culturali S. Chiara – Trento

Circuito Danza del Trentino Alto Adige/Südtirol

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna

Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto

ASD Progetto Danza – Reggio Emilia

DUO D’EDEN

coreografia e colonna sonora Maguy Marin

coreografia rimontata da Cathy Polo ed Ennio Sammarco

interpreti MM Contemporary Dance Company (due danzatori)

costumi Montserrat Casanova

luci Pierre Colomer

Due corpi, come nudi, avanzano in scena, si avvinghiano l’uno all’altro e non si lasciano più. Un uomo e una donna con i corpi che si attirano e si aggrappano, congiunti l’uno all’altro fino a diventare indissolubili. Lei, una liana che si avvolge, si attorciglia. Lui che la tiene, la ritiene, la sostiene. C’è qualcosa di mitico nella loro danza, in questa fusione totale di due esseri che diventano uno per non separarsi più. Eden è l’amore originale, quello dei tempi dell’innocenza. C’è anche qualcosa di crudo e di primitivo, in questo duo. L’immagine dei rumori delle cascate e di temporali che compongono il suono della danza. Eden è una danza piena di forza e di bellezza, forse a causa di ciò che di naturale si sprigiona dal movimento della purezza e dalla precisione del gesto, dalle figure quasi plastiche, dalla potenza dei corpi. È da lì che sorge l’emozione. Da questa sobrietà che rivela l’essenziale. Se l’amore è una danza, è sicuramente Eden. Yasmine Tigoe

I due danzatori della MMCDC interpretano con stile e padronanza un pezzo di rara bellezza, originale, molto difficile e articolato. Semplicemente un uomo e una donna, tute color carne che mettono in evidenza la loro nudità, parrucca dai capelli lunghissimi per lei, avvinghiati l’un l’altro per tutta la durata del brano, con continue evoluzioni di lei sul corpo di lui. Un Adamo ed Eva immersi in un percorso di sensualità, eros, difesa, attacco, in un mondo non così tranquillo, sicuro e idilliaco. Un brano poetico e intenso.

ROUND TRIP

coreografia Roberto Tedesco

danzatori MM Contemporary Dance Company [6 danzatori]

musica Not Waving

[prima assoluta]

Non c’è vicenda lineare ma momenti, immagini, situazioni che trasfigurano il dato formale della partitura coreografica in musica, in ciò che sembra essere un’“opera-mosaico”. Un’indagine sul puro movimento, partendo dalla consapevolezza che “senza lo spazio non esisterebbe il movimento, ma senza movimento non sarebbe concepibile lo spazio. Con Round Trip ci addentriamo in un’analisi su identità diverse, sull’incontro con l’altro e le sue molteplici sfaccettature. Individui intenti in una ricerca, unica e molteplice, si confrontano e si identificano, mescolandosi ancora, noncuranti di alcuna classificazione. Un moto circolare che consiste nell’invadere e nell’abbandonare lo spazio, andate e ritorni non sempre coincidenti, come se ogni singola situazione fosse scollegata da quella precedente o da quella successiva e potesse appartenere ogni volta ad un numero infinitamente variabile di interpreti. Roberto Tedesco

LA METÀ DELL’OMBRA

coreografia Michele Merola

interpreti MM Contemporary Dance Company [4 danzatori]

musica Johann Sebastian Bach, Geert Hendrix, Senking

costumi Carlotta Montanari

La metà dell’ombra mette in scena un viaggio ideale e impalpabile nella sacralità. La gestualità e la musica ci rimandano al rito, ad un mondo arcaico, perduto per sempre. I danzatori alternano la fisicità del “corpo danzante” con un’interpretazione intimistica della parte più spirituale dell’uomo. “Non c’è mai un momento, nella danza di Michele Merola, in cui la tensione, purissima, e la verità dell’umano sentire del corpo non si esaltino, e non emerga altro che il senso, dolorante, della vita. La danza di Merola giunge sempre dritta al cuore, affilata come un bisturi, senza mediazioni, e manda in fibrillazione molte certezze. Ulteriore e non ultima tappa di questo percorso è La metà dell’ombra. Questa “partitura per corpi maschili”, creata nel 2010, la possiamo considerare un percorso, sensuale e spirituale insieme, che esplora il mistero del sacro racchiuso nei corpi, maschili in questo caso. La coreografia si muove in una tensione continua tra il senso dell’espiazione, espressa con gestualità laceranti, autopunitive, e la speranza della redenzione. Sono sentimenti contrastanti, disegnati in un rituale collettivo finale teso a cancellare tutto. Ognuno dei quadri, toccanti, e delle danze corali, dinamiche, che inanellano la composizione, punta a siglare e fondere, in un solo ritmo, il ‘qui e ora’ della presenza del corpo. Da queste scelte programmatiche, scaturisce un denso fraseggio di danza che conquista per i propri guizzi compositivi, inseriti in una rigorosa poetica di forme, costruite con il gusto sicuro della plasticità e dell’evocazione.

Ermanno Romanelli, “Dance News”