Sabato 15 luglio dalle 17
˃ ore 20 PIAZZA XX SETTEMBRE SPEEED
˃ ore 21 TEATRO CECCHETTI CANTIERE APERTO PER DO AROUND THE WORLD
˃ ore 22 TEATRO ANNIBAL CARO OPUS [prima ed esclusiva regionale]
˃ ore 23 GIARDINO DELLA PINACOTECA CIVICA M. MORETTI IF YOU WERE A MAN
SPEEED
idea Parini Secondo x Bienoise
con Sissj Bassani, Camilla Neri, Martina Piazzi, Francesca Pizzagalli
musica Alberto Ricca | Bienoise
coreografia Parini Secondo, liberamente ispirata a contenuti online
in collaborazione con La Boutique dell’Autoradio Bologna Finizio Power Team Bologna, Audiogamma Hi-Fi Trento con il supporto di Mastronauta Omegna (VCO), Comune di Verbania Fondazione Comunitaria VCO, Nexus Factory Bologna
ringraziamenti speciali a Andrea Ruschetti, Riccardo Brezza (Comune di Verbania), Scoppiati Racing Team (Verbania), MIGMA Collective, Centro Commerciale Le Isole (Gravellona Toce, VB), Giostra Esagerata F.lli Uga
progetto selezionato alla Vetrina della giovane danza d’autore eXtra – azione del Network Anticorpi XL e sostenuto da Dancescapes progetto promosso da Danza Urbana con il sostegno di MiC e il supporto di h(abita)t”
[prima ed esclusiva regionale]
Speeed è un progetto coreografico e musicale ideato da Parini Secondo e Alberto Ricca/Bienoise, ispirato al fenomeno della Para Para e dell’Eurobeat, diffusosi negli anni 90 nei club di Tokyo. La Para Para è uno stile di danza caratterizzato da un’estetica coloratissima e gesti iper-dinamici. La sua peculiarità sono i movimenti delle braccia che descrivono la sovraeccitazione caffeinica della musica Eurobeat attraverso complesse combinazioni gestuali ispirate all’animazione giapponese. In origine, gli appassionati apprendevano le sequenze attraverso l’acquisto di tutorial in VHS oppure direttamente nei club, dove gli esperti insegnavano le nuove coreografie al pubblico prima di una serata; attualmente, l’archiviazione digitale le ha rese reperibili anche online, dove già risiede la ricerca di Parini. Il metodo sviluppato dal collettivo consiste nella costruzione di un database di coreografie ricavate da video-tutorial, studiate dalle danzatrici individualmente seguendo una scaletta comune: Speeed prende forma adattando queste sequenze coreografiche dell’epoca alla musica originale scritta da Alberto Ricca/Bienoise. Speeed è un lavoro mimetico perché copia fedelmente la sua fonte d’ispirazione: le danzatrici in scena stimolano ad agire, uno schiaffo a 160 bpm lancia in una centrifuga di puro e genuino entusiasmo dove automobili da tuning suonano dell’Eurobeat a volume altissimo.
CANTIERE APERTO PER DO AROUND THE WORLD
idea Parini Secondo
con Sissj Bassani, Martina Piazzi
coreografia Parini Secondo, liberamente ispirata a contenuti online
suono e partiture Alberto Ricca/Bienoise
luce Bianca Peruzzi
costumi e intrecci Giulia Pastorelli
corde MarcRope Milano
organizzazione Margherita Aplini
produzione Nexus Factory, supportER in collaborazione con AMAT
residenza artistica realizzata nell’ambito di ResiDance luoghi e progetti di residenza per le creazioni coreografiche
azione del Network Anticorpi XL con il supporto di parsec Bologna, ORA (Sondrio, IT) Magdalena Oettl, KOMMA Production (Copenhagen, DK), ERASMUS+ program
il Cantiere aperto è realizzato nell’ambito di RAM Residenze Artistiche Marchigiane progetto di residenza finanziato da MiC e Regione Marche
[prima ed esclusiva regionale]
Perseguendo nella ricerca online che trova una sua traduzione fisica e corporea, Parini Secondo si riavvicina al mondo del gioco, affascinato dal salto della corda sia come pratica atletica che come elemento ritmico: nel salto della corda, musica e atletismo vanno mano nella mano (K. Gaunt).
Consideriamo le parole di Gaunt come un punto di partenza per riavvicinare il corpo alle pratiche musicali, partendo dai ritmi tipici dei giochi della nostra infanzia per costruire una partitura coreografica per due saltatori e un musicista in cui corpo e corda sono un’unica tecnologia sonora. Insieme alle tecniche di salto, vengono evocate dalla memoria collettiva filastrocche e handclapping games, pratiche ludiche infantili e femminili che guidano ancora oggi il nostro ascolto quotidiano, riflettendo quei ritmi incarnati che l’ascolto massivo e commerciale ha tentato di separare dal corpo. Parini ricollega suono e corpo, voce e movimento, corde e mani.
Il nostro interesse per il salto della corda parte da questa potente unione tra l’atleta e il bambino, due figure eroiche che, insieme al poeta, condividono uno stretto rapporto con la morte (Furio Jesi 1958). La costruzione coreografica non è altro che la somma di esercizi e giochi eseguiti in un contesto ritmico – e ovviamente spaziale – in cui l’attenzione non è virtuosa, ma sottile. La sottigliezza è data dal misterioso rapporto tra allenamento, gioco e performance, tra intimità fisica, abbandono e sguardo dell’osservatore.
OPUS
coreografia Christos Papadopoulos
musica Johan Sebastian Bach
editore musicale Kornilios Selamsis
danzatori* Maria Bregianni, Georgios Kotsifakis, Danae Pazirgiannidi, Amalia Kosma
luci Miltiadis Athanasiou, Christos Papadopoulos
costumi Claire Breiswel
*il cast potrebbe subire variazioni
[prima ed esclusiva regionale]
Opus è uno spettacolo basato sulla musica classica. La parola “classico” deriva dalla parola latina “classicus” e dalla parola greca “κλασικός” e descrive una composizione che viene prodotta secondo i principi e gli ideali delle antiche culture greca e romana. La musica classica descrive spesso una forma “superiore” di composizione musicale (opus) caratterizzata da una struttura rigorosa e da una complessità artistica.
L’obiettivo tematico di questa performance è studiare questa struttura e presentarla visivamente sul palcoscenico, indagare le regole centrali della musica strumentale e come queste regole si applicano in una forma d’arte completamente diversa che è la danza. Il corpo diventa una versione visiva dello strumento musicale e la partitura musicale diventa la partitura fisica che detta la coreografia. A volte il corpo segue i ritmi, a volte le linee melodiche, a volte si concentra su un solo strumento musicale e a volte su due o più strumenti, in un modo che offre un nuovo codice per decifrare la composizione musicale. Una delle principali caratteristiche della musica classica è che essa consiste in melodie, linee e ritmi altamente complessi che creano un senso di narrazione e provocano la reazione sentimentale. Questa performance non si preoccupa di chiarire l’aspetto sentimentale della musica d’arte e il suo impatto psicologico sul pubblico. Al contrario, lo sforzo principale è che gli esecutori si stacchino dall’impatto sentimentale di una composizione musicale, resistano alla tendenza di interpretare la musica e considerino il pezzo musicale come una sofisticata serie di suoni che creano una logica armonica. È un tentativo di indagare la risposta automatica all’ascolto della musica.
IF YOU WERE A MAN
coreografia Mauro Astolfi
interpreti Lorenzo Capozzi, Mario Laterza, Mateo Mirdita, Alessandro Piergentili
musiche AAVV
disegno luci Marco Policastro
costumi Anna Coluccia
produzione Spellbound
direttore artistico Mauro Astolfi direttore generale Valentina Marini
con il contributo di Ministero della Cultura
coproduzione Attraversamenti Multipli e Armonie d’Arte Festival
[prima ed esclusiva regionale]
If you were a man è uno studio per quattro uomini su una profonda riprogrammazione dell’ascolto. Se i suoni prodotti dai movimenti, dai respiri, potessero sempre essere decodificati in tempo utile alcune cose potrebbero essere evitate, potrebbero non accadere e si potrebbe imparare ad ascoltare efficacemente un corpo che non parla. La meraviglia di un dialogo silenzioso porta con sé risultati inaspettati… anche i piccoli rumori e le strategie del corpo possono dichiarare in anticipo un imminente conflitto. Il rifiuto, il sospetto, la diffidenza, l’amore o la paura, non sempre sono comunicati in tempo utile per poter intervenire, per poter accogliere un’informazione preziosa sugli altri.
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