VENERDÌ 27 GIUGNO ore 21.30

TEATRO ROSSINI

CIE HERVÉ KOUBI

SOL INVICTUS

coreografia Hervé Koubi

assistente alla coreografia Fayçal Hamlat

musiche Mikael Karlsson, Maxime Bodson, Ludwig Van Beethoven, Steve Reich

danzatori Ilnur Bashirov, Francesca Bazzucchi, Badr Benr Guibi, Denis Chernykh, Beren D’Amico, Samuel Da Silveira Lima, Youssef El Kanfoudi, Mauricio Farias Da Silva, Abdelghani Ferradji, Elder Matheus Freitas Fernandes Oliveira, Vladimir Gruev, Hsuan-Hung Hsu, Pavel Krupa, Ismail Oubbajaddi, Ediomar Pinheiro De Queiroz, Allan Sobral Dos Santos, Karn Steiner, Anderson Vitor Santos

disegno luci Lionel Buzonie

costumi Guillaume Gabriel

produzione Compagnie Hervé Koubi

partner e coproduttori Ballets de Monté-Carlo diretto da Jean-Christophe Maillot

Le GRRRANIT – Scène Nationale de Belfort, La Barcarolle – Scène conventionnée de Saint-Omer

L’Empreinte – Scène Nationale Brive–Tulle

Centre Chorégraphique National de Biarritz – Thierry Malandain

BCMO Pole chorégraphique de Calais

Théâtre de Grasse – Scène conventionnée d’intéreêt National, Ville de Cannes

con il sostegno di L’Esplanade du Lac de Divonne-les bains

Conservatoire de Calais, Le Channel Scène Nationale de Calais

Mentre l’esplorazione della memoria personale e delle sue radici algerine era servita come base della ‘trilogia del Mediterraneo’ culminata con il travolgente Odyssey, in questo suo ultimo lavoro Koubi affronta temi più universali. Sol Invictus rappresenta un fervente inno al potere unificante della danza, sullo sfondo e in contrapposizione all’insignificanza della nostra esistenza umana nell’Universo. Koubi afferma che l’ispirazione di Sol Invictus è radicata nella sua fascinazione per il Cosmo e per tutte le forme di vita: «La nostra insignificanza e solitudine nell’immensità del Cosmo può essere scoraggiante. Solo accettando la sfida di vivere pienamente, portando luce nella nostra stessa oscurità, può far sì che la nostra esistenza abbia significato e dia realizzazione». E la danza per Koubi non è solo essenziale ma indispensabile, offrendo energia vitale e aiutando nell’affrontare la paura. Ancora una volta Koubi dimostra la sua capacità di mettere insieme un gruppo di danzatori di eccezionale talento, provenienti da tutti gli angoli della terra, creando un insieme eterogeneo per stile e abilità, ma con la capacità di trovare l’unione nella diversità. Questo mix eclettico include hip hoppers, street dancers, ma anche ballerini che hanno sviluppato la propria formazione e routine in luoghi estremi come l’Amazzonia e la Siberia.

Perché danziamo? Non siamo niente nell’universo. La vita – e non solo l’umanità – non è altro che un fiammifero acceso e spento nei cieli. La nostra esistenza passerà inosservata e la nostra solitudine nel cosmo è esasperante. Ciò che è difficile accettare non è l’ostilità dell’universo ma la sua indifferenza verso la nostra esistenza. Tuttavia, se riusciamo a integrare questa indifferenza e ad accettare la sfida della vita, la nostra esistenza può davvero avere significato ed essere appagante. Non importa quanto sia profonda l’oscurità, dobbiamo portarvi la nostra luce. L’universo, il ciclo delle stagioni, come ci collochiamo in questo grande spazio vertiginoso? Da questo spazio, legato a ciò che è la vita, delimitato da un inizio e da una fine, il destino per tutti noi sarà lo stesso. E io, di fronte a tutto questo, danzo. Sol Invictus ovvero come prendersi gioco della morte danzando. Celebrare, attraverso la danza, questa energia vitale che dobbiamo trovare dentro di noi per affrontare le nostre paure, per affrontare noi stessi. Desidero riscoprire attraverso ‘incontri danzati’ questa unione di popoli e culture al di là di ogni considerazione di appartenenza etnica, culturale o religiosa. La danza riunisce e unisce. La danza va oltre i confini umani e geografici, va oltre i confini dei codici del balletto e della danza contemporanea e urbana. Sol Invictus è un’opera generosa, illuminata dall’energia vitale dei miei ballerini, uomini e donne, provenienti da tutto il mondo. La partitura musicale di Sol Invictus è composta dalla combinazione di composizioni originali di Maxime Bodson e Mikael Karlsson e da estratti dalla Settima Sinfonia di Beethoven e dalle Quattro Sezioni di Steve Reich. Musica che esprime principalmente speranza. Un ruolo importante è riservato anche alla scenografia, nella quale trova spazio una grande tela dorata, come simbolo del sole, che occupa un posto centrale. Sol Invictus, non si riferisce solo al dio romano del sole ma anche ad un preciso rituale durante l’annuale celebrazione di mezzo inverno. Questo rituale celebrava il trascorrere dei giorni più bui, anticipando giorni migliori e più soleggiati. E quella celebrazione, quella speranza, per me, è proprio ciò di cui parla Sol Invictus. Hervé Koubi